ARTWORKS
Concavo-Convesso, 1947, installation at Estorick Collection of Modern Italian Art, Londra, 2012 Photo: Pierangelo Parimbelli
Macchina Aritmica, 1951, legno, meccanismo a molla, plastica, carta, piuma / wood, spring mechanism, plastic, paper, feather, 37x55x35 cm
Negativo-positivo, Bianco, Nero, Oro, 1992, acrilici e foglia oro su tavola / acrylic and gold leaf on board, 85x90 cm
Concavo-Convesso, 1947, installation at Estorick Collection of Modern Italian Art, Londra, 2012 Photo: Pierangelo Parimbelli
INSTALLATION VIEWS
Bruno Munari "Creatore di forme" 10 A.M. ART, Milano
Bruno Munari "Creatore di forme" 10 A.M. ART, Milano
Bruno Munari "Creatore di forme" 10 A.M. ART, Milano
Bruno Munari "Creatore di forme" 10 A.M. ART, Milano
Testo italiano / English text -scroll- ⇩
Dal 25 maggio al 23 giugno 2018, la Galleria 10 A.M. ART di Milano ospita una mostra dedicata a Bruno Munari (1907-1998) uno degli artisti più significativi del panorama novecentesco italiano.
L’esposizione, curata da Luca Zaffarano, dal titolo Creatore di forme, affronta la complessità della ricerca sperimentale di Munari, in particolare identificando nella costante indagine su come una forma possa trasformarsi in un’altra, uno dei punti centrali della sua opera.
Le installazioni di Munari hanno la capacità di creare spettacoli mobili, forme modificabili, ricche di imprevisti e per questo capaci di trasportare lo spettatore in un mondo spettacolare e fantasioso.
La rassegna presenta una serie di opere storiche, come una Macchina Aritmica del 1951, un esemplare di Concavo-Convesso, mai più esposto a Milano dopo l’antologica di Palazzo Reale del 1986, e una Macchina Inutile del 1956, che portano ad avvicinarsi alla poetica multiforme della “macchina” quale apparato scenico essenziale, leggero e divertente.
In modo del tutto complementare Munari sviluppa la ricerca sul dinamismo delle forme anche in ambito percettivo. L’autore evita accuratamente di mostrare una composizione fissata in un certo istante, crea, invece, pitture dinamiche, instabili e complesse. In mostra si potrà ammirare un prototipo, esemplare unico, di Tetracono del 1965, alcuni Negativi-positivi su tavola dei primi anni ’50, e la pittura cromo-cinetica realizzata con filtro Polaroid rappresentata da un Polariscop degli anni ’60.
Talvolta un cambio di forma è ottenuto sovvertendo la funzione. È il caso delle Sculture da Viaggio, di cui viene proposto un raro esemplare in lamiera verniciata del 1958 accompagnato dalla corrispondente scultura in cartoncino. Queste sculture sono state studiate per essere messe in valigia, ripiegate come un origami; estratte dalla loro custodia e aperte, prendono forma, sviluppando all’istante un oggetto a tre dimensioni. A queste, si aggiungono alcune tra le più riuscite realizzazioni della serie di acrilici Colori nella Curva di Peano del 1975 dove si ha una variazione, teoricamente infinita, di colori dentro la struttura di una curva frattale.
Completa l’esposizione una serie di importanti esemplari di Xerografie Originali realizzate negli anni ’60 sfruttando l’idea di mettere in movimento pattern di vario tipo durante il tempo di scansione della fotocopiatrice, ottenendo, in questo modo, immagini deformate, rese uniche da un atto creativo non ripetibile.
L’attenzione critica verso il lavoro di Bruno Munari è in costante crescita. Lo testimoniano le recenti esposizioni in Italia, dopo l’importante passaggio alla Estorick Collection di Londra del 2012, la mostra itinerante in programma quest’anno in Giappone e le recenti acquisizioni di musei importanti come, ad esempio, il Pompidou di Parigi.
“La sua arte - scrive Luca Zaffarano - non ha segreti, è open-source. Le metodologie di ricerca sono ben spiegate, progetti e processi sono descritti nei dettagli. La sua arte è una sfida creativa ancora valida che ci spinge verso l’apertura e la condivisione di stimoli progettuali e poetici. Per Munari l’artista svolge una importante funzione sociale e l’estetica è condizione necessaria per comprendere meglio il nostro rapporto con il mondo e la natura”.
From 25 May to 23 June 2018, the Galleria 10 A.M. ART will be hosting a show devoted to the work of Bruno Munari (1907-1998), one of the most significant artists on the twentieth century Italian art scene.
The show, curated by Luca Zaffarano, and titled Creatore di forme (The Creator of Forms) deals with the complexity of the experimental research of Munari; in particular it identifies as one of the central points of his work how a form can transform itself into another one.
Munari’s installations have the capacity to create mobile performances, changeable forms full of accidents and for this very reason able to transport the viewer into a spectacular and imaginative world.
This overview presents a series of historical works, such as a Macchina Aritmica, 1951; an example of the Concavo-Convesso pieces, not seen since the anthological show at Palazzo Reale in 1986; and a Macchina Inutile from 1956. These all lead us to closer contact with the multiform poetics of the “machine” as an essential, delicate, and diverting scenic apparatus.
In a wholly complementary manner, Munari also developed his research into the dynamism of forms in the field of perception. The artist carefully avoided showing a composition fixed in a certain moment and created, instead, dynamic, unstable, and complex paintings. In the show it will be possible to appreciate a prototype, a unique example, of Tetracono, 1965; some Negativo-positivo works on panel dating from the early 1950s; and the chromo-kinetic paintings made with polarising filters, seen here in the form of a Polariscop from the 1960s.
At times a change of form was obtained by overturning the function. This is the case of the Sculture da viaggio, of which there is a rare 1958 example in varnished foil on show, accompanied by the corresponding cardboard sculpture. These sculptures were conceived to be folded up like origami and placed in a suitcase. Once removed from their container and opened up, they take shape and instantly develop into a three-dimensional object. In addition to these works are a further three of the most successful of the series of acrylic works Colori nella Curva di Peano, 1975, which have a, theoretically infinite, variation of colours within the structure of a fractal curve.
The exhibition is rounded off by a series of important examples of the Xerografie Originali, made in the 1960s and which exploit the idea of moving patterns of various kinds while the photocopying machine is still scanning; in this way there were obtained deformed images, made unique by an unrepeatable creative act.
Critical awareness of Bruno Munari’s work has grown constantly. This is confirmed by the recent exhibitions in Italy, after the important show at the Estorick Collection in London in 2012, the travelling show planned for this year in Japan, and the recent acquisitions by such important museums as, for example, the Pompidou in Paris.
Luca Zaffarano has written, “His art is an open-source, one without secrets. The methods of his art research are clearly explained, and the projects and processes described in detail. His art is a creative challenge that is still valid and that pushes us towards receptiveness to and the sharing of planning and poetic stimuli. For Munari, artists have an important social function, and aesthetics are a necessary condition for a better understanding of our relationship with the world and with nature.”
Opening:
24 May 2018, 6.00 pm